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Sergio Nuvoli, ti accompagno io. Il tutore legale di minori stranieri non accompagnati 3

«Migranti – minori – soli: questo dovrebbe essere il modo di riferirsi ai minori non accompagnati che arrivano in Italia. Persone che sbarcano qui impaurite, smarrite, spesso con un viaggio traumatico alle spalle. Fate uno sforzo per immaginare cosa voglia dire arrivare in un paese straniero a 15-16 anni, senza essere accompagnati da nessun adulto, senza parlare la lingua locale, senza nessun conoscente su cui poter contare».

Il tema dell’incontro culturale che si è svolto al College Sant’Efisio il 29 gennaio è di quelli che scuotono e non lasciano tranquilli, e allo stesso tempo aprono gli occhi su una situazione di cui si parla ancora troppo poco: è la realtà dei migranti minori non accompagnati che arrivano in Italia attraverso le tristemente note rotte migratorie in cui migliaia di persone hanno perso la vita negli ultimi anni.

A parlarne con gli studenti del College è Sergio Nuvoli, giornalista e addetto stampa dell’Università di Cagliari, che negli ultimi anni ha fatto da tutore legale a più di cento migranti minori non accompagnati arrivati in Sardegna da diverse parti dell’Africa. Un impegno che nasce dalla sua esperienza cristiana, come più volte Nuvoli sottolinea nel corso del suo intervento.

Si tratta di ragazzi con storie drammatiche alle spalle, che in alcuni casi hanno perso qualche loro familiare durante la traversata, spesso mandati in Europa per poter inviare dei soldi alla propria famiglia rimasta a casa. Lo Stato Italiano assegna a queste persone uno status molto diverso da quello di un migrante maggiorenne. È infatti prevista una serie di tutele e aiuti con lo scopo di proteggerle ma anche di favorirne l’integrazione. Tra gli strumenti c’è anche quello di nominare un tutore legale, una figura adulta di riferimento che si prenda cura dei loro interessi e li aiuti nel processo di integrazione, che comporta tra l’altro l’inserimento in una comunità per minori e l’avvio di un percorso di istruzione e di apprendimento della lingua italiana.

«La prima cosa che faccio è ascoltarli, cercare di capire le loro attese, le loro paure, i loro sogni. Sono storie e volti che ormai fanno parte di me». Il racconto che Sergio Nuvoli fa della sua esperienza è soprattutto una testimonianza di incontri con persone che hanno in vario modo segnato la sua vita. Nomi, volti e storie con cui è accaduta la grazia di una relazione umana autentica.

Dopo la testimonianza c’è il tempo per le domande che numerose affiorano tra i ragazzi del College, segno che l’argomento non lascia indifferenti e costringe a fare i conti con una realtà che ci è molto vicina, e che merita di essere conosciuta meglio.